Dettagli per riconoscere i gioielli antichi

anello anticoQuando si parla di gioielli, si parla di un argomento molto vasto, che include soprattutto pezzi in metalli pregiati come oro e argento, ma anche pietre preziose e semi preziose. Ma tra i gioielli esiste una particolare categoria che viene valutata in modo differente dagli altri: la categoria dei gioielli antichi. Questi, infatti, non sono considerati più o meno pregiati solo in base al tipo di materiale o di pietre da cui sono caratterizzati, ma anche in base alla loro storia.
Come riconoscere i gioielli antichi da quelli moderni?
Innanzitutto va detto che non tutti i gioielli, anche se antichi, sono uguali. Oggetti risalenti al periodo egiziano o romano possono avere un enorme valore, ma probabilmente sono più di interesse degli archeologi che per gli appassionati di gioielli.

I gioielli antichi propriamente detti, invece, sono quelli che hanno uno stile riconoscibile, una ‘firma’ e che possono essere indossati in occasioni importanti o utilizzati come pezzi da collezione o per investimento. Sono stati forgiati in periodi successivi al Diciottesimo secolo e fino alla metà del Ventesimo secolo e sono in oro o argento, spesso in filigrana, ancora più spesso arricchiti da pietre preziose e, soprattutto, da un marchio, quello che ogni orafo imprimeva nei suoi piccoli capolavori.
Il marchio e lo stile sono quindi i due punti di partenza per riconoscere un gioiello antico, ma non bastano. Un ulteriore passo è quello di verificare la punzonatura, ossia il numero che indica i carati dell’oro (solitamente 750, ma anche 375, 500 o 585) o dell’argento (800 o 925). I prodotti punzonati sono sicuramente successivi al Novecento, periodo in cui è stata regolamentata la punzonatura dei metalli in quasi tutti i paesi occidentali. Se ci si imbatte in gioielli con una punzonatura non ben identificata, è molto probabile che si tratti di gioielli antecedenti il Novecento, con marchio specifico del paese o della casa di produzione. In casi di gioielli artigianali, creati su commissione, è possibile, invece, che non vi sia nessun marchio, e in questo caso solo l’occhio esperto, conoscitore degli stili e delle lavorazioni, può assicurarsi dell’originalità del pezzo.
Un particolare che può aiutare molto nel riconoscimento dei gioielli antichi è la presenza delle pietre e il rapporto tra metallo e pietra. I gioielli antichi hanno pietre preziose quasi sempre incastonate a giorno che, nel caso di gioielli originali in oro, hanno graffette piccole, che fermano la pietra solo sui bordi, per permettere alla stessa di essere pienamente riconoscibile. Qualora ci si imbattesse in gioielli con pietre coperte da graffette grandi, simili ad artigli che bloccano la pietra, si può essere sicuri che l’oggetto non è in oro e che la pietra non è originale.

Un particolare molto importante che permette di accertarsi che le pietre siano originali e non di bigiotteria è l’apertura posteriore. Le pietre vere hanno bisogno di essere attraversate dalla luce per poter brillare, per cui la loro culla avrà sempre un’apertura posteriore che permette il passaggio dei raggi luminosi attraverso il cristallo e permette anche di vedere il di dietro della pietra stessa, che deve essere nuda e trasparente. Pietre che abbiano il retro verniciato in argento, in oro o in altri colori sono sicuramente false e prendono il colore e la brillantezza proprio dalla verniciatura. Tuttavia, la tecnica di utilizzare pietre finte non è solo moderna, per cui si può trovare un gioiello antico in cui sia stata cambiata la pietra, oppure un pezzo di bigiotteria risalente all’Ottocento che quindi, pur essendo antico, non ha naturalmente il valore del corrispondente in oro. In questo caso, mancando la punzonatura e mancando magari anche la vernice dietro alla pietra perché magari portata via dal tempo, il riconoscimento può essere più arduo, anche se un esame attento del retro della pietra può sempre permettere di ritrovare tracce di vernice o di colla vicino all’incastonatura che ne evidenziano lo status di bigiotteria. Inoltre i gioielli antichi sono spesso graffiati o non completamente lucidi: se in corrispondenza di un graffio si può evidenziare una disparità di colore, è probabile che l’oggetto non sia d’oro o d’argento, ma solo dorato o argentato.
Infine, soprattutto se si intende acquistare un gioiello antico per farne un buon investimento, è bene controllare che abbia un marchio famoso, come Cartier, Bucellati, Boucheron o Fabergé, solo per citarne alcuni. Solo così si ha la certezza di avere un capolavoro di arte orafa che rappresenta, allo stesso tempo, un gioiello antico di grande bellezza e un ottimo e sicuro investimento.

Sterline da investimento, una carta vincente!

sterlina63E’ risaputo, l’oro è il metallo più ricercato e, sicuramente, il più rappresentativo della ricchezza. Il suo uso ha accompagnato il cammino dell’umanità fin da quando le prime popolazione ne ricavarono suppellettili simbolo del potere di re e regine. Oggi, la tradizione ornamentale continua ma è stata affiancata anche da un aspetto più prettamente economico che vede l’oro come bene sul quale investire.

In genere, i due ambiti tendono ad essere considerati separati: da un lato i gioielli, gli orologi, i bracciali, le spille, ecc. che sono visti come simboli di bellezza e di ornamento e che, al di là del costo per un loro acquisto, non vengono generalmente presi in considerazione come possibili forme di investimento. Dall’altra l’oro puro, che si può trovare sotto forma di lingotti, pagliuzze o pepite, e che è trattato quasi unicamente da un punto di vista economico.
Una differenziazione che, per la natura fisica dell’oro stesso, è più che giustificabile: qualsiasi gioiello o altro oggetto in oro, infatti, per essere lavorato e reso stabile ha bisogno di legare il metallo principale a un altro elemento, dato che l’oro, da solo, ha un natura troppo malleabile e duttile per essere stabilizzato. Questo fatto, naturalmente, fa sì che la purezza dell’oro originario sia in qualche modo intaccata dalla presenza di materiali diversi. Una quotazione di un gioiello, quindi, non può essere fatta secondo i parametri dell’oro puro quotato in borsa, ma deve sempre essere rapportata alla quantità effettiva di metallo presente nell’oggetto.

Di contro, l’oro puro, è quello su cui si basano gli scambi internazionali e le quotazioni riportate quotidianamente da siti e giornali economici. Questo tipo di oro, su cui si basano anche le riserve auree dei vari Stati, ha sicuramente un ruolo fondamentale nell’economia globale ma ha scarso appeal a livello delle singole persone, che difficilmente hanno a che fare con lingotti di oro puro.
A cavallo tra questi due aspetti dell’oro se ne può trovare un terzo che, in un certo senso, combina le caratteristiche dell’uno e dell’altro. Stiamo parlando delle monete d’oro, in particolare quelle come la Sterlina Inglese (ma si potrebbe anche citare il Marengo italiano) che ha un titolo di oro (ovvero la percentuale di oro puro presente al suo interno) che si avvicina ai valori dell’oro puro. A questo, però, associa anche un valore dato dalla sua storia e dalla rarità dei vari esemplari che sono stati coniati nel corso del tempo.

La combinazione di questi due elementi fa sì che le monete d’oro, e la Sterlina inglese in particolare, siano delle ottime possibilità di investimento alla portata di tutti.
La storia della Sterlina inglese comincia addirittura più di 500 anni fa. Precisamente nel 1489, anno nel quale il sovrano allora regnante, Enrico VII, decise di dare vita a una moneta che rappresentasse la sovranità stessa del popolo britannico sul resto d’Europa. Su un lato di essa fece incidere la sua effige, sull’altro la rosa simbolo della casata dei Tudor di cui era, al momento, il principale rappresentante. Per molti storici il nome “Sovrana” con cui viene generalmente chiamata questa moneta deriva proprio dall’idea che spinse il re a coniarla.
Altre fonti, però, spingono per una interpretazione diversa, posticipando l’utilizzo del nome “Sovrana” a quando divenne di uso comune il fatto di incidere su una faccia della moneta l’effige del re o la regina regnante in quel momento. Questa tradizione, effettivamente, è uno dei segni distintivi della Sterlina d’oro inglese, che nelle sue tante varianti ha quasi sempre il profilo di un sovrano a dominare uno dei suoi lati.
Più libertà, invece, c’è per quel che riguarda il rovescio della moneta che vide, dopo la rosa dei Tudor, susseguirsi altri simboli diversi delle varie casate.
Questo, almeno, avvenne fino al 1817, data che può essere considerata, in un certo senso, la “seconda nascita” della sterlina. Dopo qualche vicissitudine e un periodo di appannamento, la moneta simbolo della regalità della corona inglese riprese ad avere corso legale all’indomani della definitiva sconfitta di Napoleone. Per l’occasione, fu chiamato un incisore italiano a dare un’espressione definitiva alla moneta. Benedetto Pistrucci, questo il nome dell’artigiano, scelse di rappresentare San Giorgio nell’atto di uccidere il drago. Da allora, nonostante qualche rivisitazione che non è mancata, anche il retro della moneta d’oro inglese ha avuto la sua effige di riferimento.

Proseguendo l’excursus storico della Sterlina, si può dire che, sostanzialmente, la “seconda primavera” della moneta durò quasi un secolo, ovvero fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Nel 1914, infatti, l’Inghilterra decise di non basare più la sua unità monetaria sull’oro, procedendo alla cessazione della coniazione della Sterlina. Uno stop destinato a non essere definitivo, perché, a distanza di 40 anni (per la precisione nel 1957), la Zecca Reale tornò sui propri passi, riprendendo a coniare la Sovrana. Motivo? Il fatto che, sul mercato, la richiesta di questa moneta fosse rimasta molto alta e il fatto di non produrne più esemplari ufficiali avesse portato a una dilagante contraffazione.
La produzione, quindi, riprese, ma evidentemente i tempi erano orami cambiati e, di fatto, la Sovrana non tornò più ai suoi splendori di un tempo, vedendo l’uscita di pochi nuovi esemplari e una progressiva e naturale limitazione della produzione a qualche modello coniato in occasione di eventi e ricorrenze speciali e destinato, di fatto, a un mercato di collezionisti e numismatici.
Il declino storico della Sovrana, però, non inficia quello che è il suo valore, sia storico, come si è visto, sia da un punto di vista economico. Non a caso, anche durante gli anni terribili dei conflitti mondiali, le famiglie che poterono contar su una riserva di monete d’oro di quel tipo, riuscirono a superare in maniera dignitosa quel periodo, perché la moneta non si svalutò e restò pressoché immune dalla spaventosa inflazione dovuta alla guerra.
Questo aspetto è quello che, sostanzialmente, rende la Sovrana un ottimo investimento ancora oggi. L’oro, infatti, è un bene che non risente di inflazione e deflazione, potendo contare, anche, di una richiesta del mercato che è sempre maggiore della domanda, generando un sostanziale aumento di valore o, comunque, una “non perdita”.

Il discorso è ancora più valido per la Sterlina inglese in quanto il suo “titolo” (ovvero, come abbiamo visto, la percentuale di oro presente in essa) è di 916,67 millesimi. Un valore molto alto se paragonato a quello dell’oro puro che, per definizione,  è di 999,9 millesimi. Per avere un riscontro immediato, si può fare un paragone con i gioielli: questi, almeno per quanto riguarda l’Italia, hanno un titolo d’oro di 750 millesimi, corrispondenti ai più conosciuti “18 carati” che contraddistinguono l’oro usato in gioielleria. L’oro di una moneta è più legato all’andamento dell’oro alla borsa valori rispetto  a quanto succede per l’oro utilizzato in gioielleria, con conseguenti ottime prospettive di guadagno da un puro punto di vista economico.
Senza contare che, a tutto questo, si aggiunge il valore storico della Sterlina. Questo aspetto è quello che crea il cosiddetto “spread“, ovvero, la differenza tra il valore dell’oro effettivamente presente nella moneta e il valore che di questa ne dà il mercato. Migliore è il differenziale di spread, più la moneta di configura come un buon investimento.
E non si pensi che più l’esemplare è antico, maggiore sarà il suo valore, perché a determinare la quotazione di una Sterlina d’oro è anche lo stato di conservazione e la quantità di esemplari che di una singola versione ne vennero coniati.

Per fare un esempio molto recente si può citare la Sterlina coniata nel 1989 da Elisabetta II proprio per celebrare i 500 anni di vita della stessa moneta. Pur essendo passati solo 25 anni dall’uscita di quella Sovrana, l’esemplare è già molto ricercato dal mercato dei collezionisti e la sua valutazione è particolarmente alta.
In generale, le monete coniate nel XVII e XVIII secolo sono molto richieste dal mercato, perché non facili da trovare e coniate in pochi esemplari. Monete più antiche, di contro, furono distribuite in un numero maggiore di elementi e, quindi, sono più facilmente reperibili.
Altro periodo molto richiesto è quello vittoriano, specie per esemplari in buono stato di conservazione. Se dovesse capitare di imbattersi in monete di tal fatta, si potrebbe investire con la quasi certezza che il loro spread sia destinato a salire nel tempo, risultando un ottimo investimento a lungo termine.
Per chi, invece, preferisce ragionare sul breve termine, il mercato più immediato di riferimento è quello dei collezionisti: qui la richiesta di Sterline d’oro è sempre molto elevata, e per chi decidesse di vendere della Sterline non è mai difficile trovare richieste di compratori.
Proprio contando su questo valore che dura nel tempo, la tradizione inglese vuole che la Sterlina d’oro sia uno dei tipici doni da regalare quando nase un bambino: perché comunque si regala qualcosa di simbolico, anche per la storia stessa dell’Inghilterra; ma anche destinato a durare nel tempo e a risultare un possibile, ottimo, investimento, per il futuro.

Perchè L’investimento In Oro È Il Migliore

oro fisicoLa storia ci insegna che il denaro ha subito, nel tempo, innumerevoli variazioni di valore e di potere d’acquisto, specie in tempi di crisi ma, d’altro canto, sempre dalla storia, è possibile apprendere quanto sia invece duraturo l’oro pur risultando un valido sostituto del denaro stesso.
L’oro viene infatti denominato “bene rifugio” proprio grazie alla sua capacità di mantenere un valore costante nel tempo e di garantire così, a chi lo possiede, di poterlo utilizzare quando se ne presenterà la necessità.

Una delle più importanti peculiarità risiede, senza dubbio, nel fatto che l’oro non necessita di essere censito o dichiarato e, pertanto, risulta il più delle volte impignorabile anche in quei casi in cui si versa in situazioni economiche poco rosee.
Grazie a questo potrà sempre rappresentare un piccolo o grande tesoro da tenere da parte come, è proprio il caso di dirlo, preziosa risorsa.
Negli ultimi anni si sta facendo sempre più frequente l’abitudine, da parte di persone di qualunque ceto sociale, di utilizzare l’oro come fonte di guadagno, tendendo ad ottenere un reddito sia vendendo o comprando dell’oro fisico, sia ottenendo dei ricavi grazie ai movimenti di borsa dell’oro finanziario.
Ma quanto vale la pena investire in oro?

La risposta è piuttosto semplice quanto immediata. Basti pensare che, come già detto, l’oro rappresenta una fonte stabile di sostentamento per cui sempre più persone sono interessate all’acquisto di oro, fisico o finanziario che sia, dato che, detenerlo significherà quasi sempre poterne trarre, prima o poi, un profitto.
L’ideale è riuscire ad acquistare dell’oro quando questo risulta avere un valore più basso per poi rivenderlo quando avrà riacquistato valore.
Per farlo non serve passare intere giornate presso i compro oro o le banche, per poter osservare infatti i movimenti del valore dell’oro basterà collegarsi tramite internet in uno dei tanti siti che mettono a disposizione dei servizi istantanei per poterlo valutare in base alla quantità ed ai carati. Inoltre, sempre attraverso tali servizi online, sarà possibile bloccare il prezzo che vi verrà offerto quando questo risulterà più alto o comunque quando soddisferà le vostre aspettative, in modo da potervi poi recare comodamente presso il punto vendita più vicino per consegnare l’oro e riscuotere così il relativo guadagno. Da tenere in considerazione anche la possibilità di spedire, tramite dei corrieri speciali e sicuri, il proprio oro, in modo da poter fare ogni transazione stando comodamente seduti nella propria abitazione o ufficio.
Un’utile opzione per chi vende il proprio oro online è anche quella di poter avere delle offerte dirette, al rialzo, da altri compro oro in modo da poter avere ulteriori guadagni.

Come possiamo ben capire, investire in oro finanziario è piuttosto facile e, affidandosi alle persone giuste che lavorano nel settore, si è poco esposti a truffe a differenza di quello che potrebbe accadere rivolgendosi all’acquisto tra privati oppure su improbabili siti online.
Inoltre non dimentichiamo che l’oro finanziario non è adatto ad essere conservato a lungo termine in quanto soffre delle variazioni della borsa e potrebbe (anche se le possibilità sono davvero remote) crearci dei problemi di non poco conto nel caso in cui la società emittente dovesse dichiarare fallimento.
Quindi, investire in oro finanziario va bene ed è molto remunerativo a breve termine o comunque con importi che andremo a rinnovare continuamente ma per chi volesse invece crearsi una vera e propria ancora di salvataggio in questi brutti tempi di crisi, il consiglio più saggio da seguire è senza dubbio quello di convertire del denaro in oro fisico (lingotti, monete, gioielli e simili) che possa essere messo al sicuro lontano da occhi indiscreti e a cui sarà possibile accedere nel momento del bisogno. E se quel momento, come tutti ci auguriamo, non arriverà, quell’oro tenuto da parte potrà sempre essere ereditato da qualche parente fortunato che si troverà un bel tesoro tra le mani senza che questo, nel tempo, abbia perso valore. Anzi, spesso, frutterà molto di più rispetto al passato.

Le Pietre Preziose, Come Si Scelgono?

Chi non vorrebbe possedere una pietra preziosa, godere della sua bellezza e vantarsi con i propri amici e conoscenti del suo valore?
Il prestigio che caratterizza una gemma, tuttavia, non è costituito semplicemente dal suo mero valore economico: ogni pietra, infatti, a prescindere da quanto costi sul mercato, ha un ben preciso significato che è indispensabile conoscere, soprattutto nel caso in cui ci si appresti a regalarla ad un’altra persona.
Prima di procedere all’acquisto, quindi, sarà necessario conoscere ogni particolare della gemma che si sta per comprare, per evitare di correre rischi inutili ed effettuare, così, una spesa consapevole.

scegliere pietre prezioseLa soluzione più immediata ed efficace è senza dubbio quella di rivolgersi a professionisti del settore, come la OroElite S.p.a: questi, infatti, hanno le conoscenze e le competenze necessarie per accertare con sicurezza che si sta effettuando un acquisto di valore, o comunque che la pietra in esame possiede tutte le caratteristiche che ne giustificano il costo; essi, inoltre, saranno in grado di rispondere ad ogni quesito e ad ogni curiosità riguardante la gemma.
Questi professionisti sono spesso operatori del settore orafo, anche se, ad onor del vero, non tutti i gioiellieri sono in grado di analizzare una pietra preziosa per valutarne l’effettivo valore.
Bisognerà, quindi, rivolgersi ad esperti che hanno frequentato corsi di gemmologia e che, di conseguenza, siano capaci di fornire giudizi certi e, soprattutto, consigli.
Spesso, infatti, chi sta per acquistare una pietra preziosa non sa da che parte cominciare per sceglierla; con i consigli di un esperto, quindi, si potrà star certi di non sbagliare e di comprare un oggetto, da regalare o da regalarsi, il cui valore aumenti nel tempo.
Nella scelta bisogna prima di tutto aver ben chiaro in mente quale gioiello si vuole acquistare; sulla base di questo, infatti, si potrà optare per una pietra piuttosto che un’altra, in quanto per ogni gioiello ve ne è una adatta. Bisognerà scegliere se acquistare un anello o un bracciale, degli orecchini o una collana, e ancora se acquistarli in oro bianco o in oro giallo, e via dicendo.
A seconda di queste caratteristiche, si potrà optare per la pietra più adatta e, per questa, si sceglierà il taglio che ne valorizza maggiormente le caratteristiche.
Per citare alcuni esempi, possiamo considerare il diamante, una delle pietre preziose più apprezzate e desiderate. Questa pietra preziosa si valuta sulla base di alcune caratteristiche fondamentali, come la brillantezza, ovvero la capacità di riflettere la luce bianca, che viene esaltata mediante un determinato taglio, i carati, vale a dire l’unità di peso dei diamanti, il colore e la purezza, valutata sulla base di una scala all’interno della quale sono elencati i vari livelli, distinti tra loro dalla maggiore o minore presenza di imperfezioni e/o inclusioni.
Altrettanto belle quanto conosciute pietre preziose sono, senza dubbio, il rubino, lo zaffiro e lo smeraldo. I primi due sono, da un punto di vista chimico, ossidi di alluminio, e, quindi, sono due diverse varianti di corindone: il rubino deve il suo tipico colore rosso ad inclusioni di cromo, mentre lo zaffiro deve il suo caratteristico colore blu a quelle di ematite e di rutilio. Questi due minerali sono caratterizzati da elevata durezza, a differenza dello smeraldo. Quest’ultimo, che si contraddistingue per il suo colore verde, viene valutato non solo sulla base dell’intensità del colore stesso, ma anche rispetto alla trasparenza e all’integrità, caratteristiche che fanno variare sensibilmente il costo di un gioiello contenente questa pietra.
Saper riconoscere una pietra preziosa, e soprattutto saper valutare le caratteristiche principali che la contraddistinguono, può essere un’importante punto a proprio favore anche qualora si vogliano comprare gioielli usati, o nel caso in cui ci si rivolga a venditori di gioielli online.
In questo caso una conoscenza basilare del settore è indispensabile per non incorrere in acquisti a dir poco incauti ed effettuare dei veri e propri affari.
In conclusione, la scelta di una pietra preziosa non è mai troppo semplice; le caratteristiche da valutare sono davvero molte, e a questo aspetto si aggiunge quello, non meno importante, relativo al costo.
Scegliere con accuratezza una gemma, capirne il valore e l’effettiva preziosità, possono portare ad un acquisto che può rivelarsi un vero e proprio investimento nel tempo, con una gratificazione che non si ferma semplicemente all’aspetto estetico.
Per tutti questi motivi occorrerà avere le idee ben chiare prima di intraprendere una spesa così importante, in modo tale da non pentirsi in futuro, e, soprattutto, per regalare o regalarsi un qualcosa che davvero durerà per sempre.

Le Perle D’acqua Dolce O Salata

Quando si acquista un gioiello è naturale desiderare che duri per sempre ma il metallo, le gemme, per quanto preziosi, non hanno il dono dell’immutabilità e, nel tempo, anche il loro valore non sarà più lo stesso.

Questa regola non vale se l’oggetto è antico o proviene da una Maison dell’alta gioielleria, perché, queste caratteristiche, conferiscono quel “valore artistico”, che va al di là di ogni quotazione di riferimento.

Oggi, infatti, la tendenza è quella di acquistare gioielli di qualità, sinonimo di investimento solido e sicuro. 


compro oro e perleAnche per le perle è così: bisogna mirare a quelle più pregiate perché, in caso di disinvestimento, saranno ben pagate dal proprio gioielliere di fiducia o dai negozi compro oro più seri ed onesti.

Dal latino “permula” (nome della conchiglia ospitante) la perla da sempre è stata avvolta da un alone di fascino e di mistero, perché si ignoravano le sue origini.

Nel corso dei secoli, miti e leggende si sono succeduti prima di scoprire che la nascita della perla è semplicemente… frutto del caso!

Infatti, questa bellissima gemma si genera quando un granello di sabbia (o di polvere di corallo) entra nel mollusco, e l’ostrica lo intrappola, ricoprendolo di madreperla.

Tantissimi anni fa, le perle naturali trovarono il loro habitat ideale nelle calde acque del Mar Rosso, del Golfo Persico e dell’Oceano Indiano.

Successivamente si diffusero nei grandi bacini fluviali del nord America e nelle acque salate del mar dei Caraibi ma poi sono diventate sempre più rare, a causa dell’inquinamento causato dagli scarichi industriali.

Per fortuna, la richiesta dei mercati oggi viene soddisfatta grazie alle perle coltivate.

Fu il giapponese Kokochi Mikimoto, che, dopo tanti tentativi infruttuosi, all’inizio del secolo scorso, mise a punto la miglior tecnica di allevamento e la brevettò.

In effetti, le perle coltivate sono diverse da quelle naturali perché è il perlicoltore ad inseminare le ostriche.

Se si tratta di molluschi coltivati in acqua salmastra, il nucleo viene inserito direttamente nella gonade, l’organo sessuale dell’ostrica.

Per le ostriche di acqua dolce, invece, la procedura è meno invasiva perché l’inserimento avviene nel mantello del mollusco.

In questo caso, le perle prodotte, risulteranno meno brillanti e preziose, e quindi meno costose.

Quando tutto procede bene, le perle vengono raccolte ed analizzate secondo il “Pearl Grading” un sistema che, in base a parametri standard, le classifica e ne determina il valore.

Naturalmente, indipendentemente da ogni tabella, l’affidabilità e il consiglio del venditore

sono importantissimi perché soli i veri professionisti garantiscono perle di qualità, al giusto prezzo.

Tuttavia, anche i più inesperti, per scoprire se la perla è autentica, possono servirsi di un sistema artigianale…quanto efficace: si morde la gemma, e, se al contatto con i denti lo strato superficiale viene via, significa che la perla è finta!

Metodi “fai da te” a parte, l’acquirente ha tutto il diritto di chiedere la certificazione: se il test gemmologico proviene dal GIA o dall’ EGL si possono dormire sonni tranquilli, perché questi due Istituti sono le massime autorità del settore. 
Tra le perle naturali più ricercate, ci sono le Conch e le Melo, entrambe non coltivabili.

Le prime nascono da un mollusco diverso dall’ostrica, oggetto del desiderio di tanti pescatori più che dei cercatori di perle; così come le Melo sono ospitate da una lumaca gigante, e per questo motivo hanno dimensioni decisamente grandi.

Alle perle coltivate vengono immediatamente associate le Akoya, le più numerose, considerate le perle classiche per eccellenza.

La migliore qualità è la “Akoya Hanadama” (fiore delle perle), una varietà molto più costosa.

Le più eccentriche, sono senz’altro le perle Thaiti che nascono dalle ostriche a labbra nere, alle quali devono la particolare colorazione scura.

Le perle Australiane, invece, provengono da ostriche a labbra argentate e dorate che proliferano nelle acque pulite dei Mari del Sud, ricchi di plancton.

Le Keshi (semi di papavero), si distinguono da tutte le altre, perché sono formate al 100% di madreperla. Molto piccole e irregolari, sono ugualmente molto richieste.

Un tempo la perla era prerogativa della donna matura, dal look molto classico. Oggi la moda detta nuove tendenze: tantissime ragazze giovani e dinamiche sfoggiano con disinvoltura un bel filo lungo di perle colorate, magari su un jeans e una camicia di seta sulla quale risalta ancora di più la luce di queste bellissime gemme.