Origine dei compro oro

pepite oroQuando si parla di negozi compro oro e di banco metalli si va a ritroso nel tempo, a vagare con la mente in secoli addietro quando queste due categorie di attività commerciali venivano denominate banco dei pegni o altrimenti definite monte di pietà.

Gli attuali negozi di compro oro e banco metalli rappresentano, infatti, i discendenti degli antichi monti dei pegni, le cui origini risalgono alla seconda metà del 1400.

Nel XV secolo, infatti, le condizioni economiche e finanziarie di moltissime famiglie italiane, che non avevano la fortuna di appartenere alle classi più abbienti, non erano certo delle migliori. Gli abitanti delle grandi città spesso erano costretti ad elemosinare per sopravvivere alle esigenze quotidiane.

Ed è proprio per sopperire a queste necessità che i monaci francescani decisero di introdurre un sistema creditizio originale e differente da quello offerto dal mercato.

L’idea consisteva nella possibilità di poter aiutare i nuclei familiari in difficoltà, concedendo loro piccoli prestiti di denaro dietro il rilascio, in garanzia, di un oggetto, non necessariamente prezioso (poteva essere sia un gioiello che un monile o, semplicemente un quadro, un orologio o un tappeto) ed il cui valore fosse superiore, di un terzo, alla somma di denaro prestata.

Il deposito cauzionale, se così lo possiamo definire, rappresentava, per l’appunto, un pegno e da qui la derivazione del termine banco dei pegni.

Chiunque aveva accesso al prestito ed un anno di tempo per mettere da parte la somma di denaro, precedentemente offerta, per recuperare l’articolo lasciato in garanzia.

Solo nel momento in cui il contraente non fosse riuscito a raccimolare i soldi da restituire, il negoziante si sarebbe valso dell’oggetto lasciato, per recuperare i soldi prestati, attraverso la sua vendita all’asta.

I primi monti di pietà nacquero in Umbria e nelle Marche, in città ricche di differenti tessuti sociali e con numerosi artigiani e lavoratori che, spesso, si ritrovavano nella necessità di dover chiedere un prestito, ma, per ovvie ragioni, non potevano rivolgersi alle istituzioni che in quell’epoca li gestivano, ossia i banchi ebraici.

Anche se i banchi dei pegni traggono ispirazione da questi ultimi istituti, che preferivano mettersi in affari con nobili e ricchi proprietari terrieri, il principio che li reggeva era ben differente. Non vennero, infatti, istituiti per scopi di lucro, ma per solidarizzare ed essere d’aiuto alle tragiche situazioni finanziarie ed economiche della maggior parte delle famiglie povere.

Uno dei primi fondatori francescani fu Bernardino da Feltre: un fermo sostenitore dell’importanza che i monti di pietà venissero sottoposti ad un’organizzazione precisa e stabile e che le varie azioni intraprese non andassero, assolutamente, ad intaccare il capitale iniziale. Concetto, questo, che si riassunse, successivamente, nell’introduzione del pagamento di un piccolo interesse.

Trattandosi di un esercizio commerciale creato da monaci francescani, naturalmente, non era solito prestare ingenti somme di denaro, concesse solo ed unicamente per permettere di sopperire ad impellenti necessità o attività moralmente etiche.

Nonostante sia trascorso tanto tempo o addirittura secoli, l’idea del banco dei pegni esiste ancora e si materializza nell’esistenza di due delle attività che, da qualche anno a questa parte, hanno incrementato esponenzialmente la loro presenza sul territorio nazionale. Basti pensare che il 30% della popolazione italiana ricorre sia ai compro oro che ai banco metalli per esigenze personali, per investimento o disfarsi di certi monili che considerano inutili o sgradevoli.

Da quando nel 2000, per uniformarsi alla vigente normativa europea, è stato liberalizzato il mercato dei preziosi e dell’oro in particolare, in Italia si è osservato un boom notevole sulla comparsa di negozi compro oro e banco metalli.

A parte l’incremento notevole della loro esistenza, un’altra cosa è cambiata considerevolmente. Se nei secoli scorsi chi ricorreva al banco dei pegni era un certo tipo di cittadino, oggi questa situazione si è ampliata, coinvolgendo l’intera popolazione.

Ma in che cosa consistono i compro oro ed il banco metalli?

Sicuramente posseggono molto cose in comune, quale la possibilità, per ogni connazionale, di versare i propri gioielli per ottenerne un profitto, ma allo stesso si tratta di due concetti diversi e separati.

Lo scopo principale dei compro oro è quello di esercitare l’acquisto e la vendita di gioielli, monili o metalli preziosi in genere e di avere a che fare direttamente con clienti privati, che li contatta per cedere un oggetto pregiato, dietro ottenimento di un valore che potrà essere investito a piacere del consumatore.

Il concetto legato a questo tipo di esercizio commerciale, la cui azione è disciplinata dall’autorità di polizia, consiste, quindi, nel ritirare un ornamento o una gemma, pagando un prezzo, basato sulla quotazione corrente del metallo stesso, per poterlo rivendere dopo un periodo minimo di 10 giorni. Durante questo arco di tempo, il cliente potrà avvalersi del diritto di recesso rientrando in possesso del proprio monile e le autorità potranno verificare la reale origine del prodotto, effettuando tutte le indagini ed i rilievi necessari.

Trascorsi i 10 giorni d’obbligo il negozio compro oro può scegliere di rivendere il gioiello sia al pubblico, ad un prezzo molto competitivo ed in genere del 60% o 70% più economico rispetto ai prezzi di listino delle gioiellerie, sia ad orafi che a ditte specializzate nell’affinazione del metallo.

A parte l’azione di compravendita, quest’attività commerciale offre la possibilità di valutazione e quotazione dell’oggetto in oro, sia direttamente che sul web, attraverso la collaborazione di personale specializzato, con l’opzione di bloccare il prezzo per alcune ore prima di andare a versarlo.

La crescente presenza di negozi di questo tipo, naturalmente, ha reso necessaria la messa in atto di una normativa antiriciclaggio che esige l’emissione di una legale ricevuta nominativa, dove compaia la descrizione, il controvalore ed il peso del prezioso. Inoltre la stessa legislazione prevede la tracciabilità per importi superiori a 3000 euro, somme che, generalmente, andrebbero versate tramite assegno.

In molti confondiamo l’attività dei compro oro con quella dei banco metalli.

Innanzitutto bisogna specificare che questi ultimi sono considerati dei veri e propri Operatori Professionali in Oro e che il loro esercizio commerciale è controllato, direttamente, dalla Banca d’Italia: responsabile della tenuta di un apposito albo nel quale sono inseriti tutti i nomi degli esercenti che sono autorizzati, appunto, al commercio aureo.

Per poter diventare Operatori Professionali in Oro, naturalmente, i commercianti sono sottoposti a severi controlli e le loro società devono possedere diverse caratteristiche, tra le quali la più importante è quella di onorabilità.

Al contrario dei negozi compro oro, i banco metalli possono commerciare sia con i privati sia con figure professionali del settore, quali: banche, gioiellieri ed orafi ed, inoltre, si occupano, principalmente, dell’acquisto di oro e metalli, in genere, da poter essere fusi ed affinati per diventare lingotti o monete da collezione ed investimento.

Questi esercizi commerciali rappresentano uno dei metodi più sicuri ed effettivi se si ha intenzione di investire, ma anche diversificare, i propri capitali.

La diffusione di queste due attività merceologiche, su territorio nazionale, si è accentuata a partire dal 2000, dopo la liberalizzazione, quindi, del commercio aureo non più destinato solo a fonderie e gioiellieri, e si è alimentato e moltiplicato, esponenzialmente, nel 2008, a causa della crisi economica.

A partire da quest’anno c’è stata una richiesta esagerata di liquidità immediata per superare momenti difficili e la possibilità di rivolgersi ai compro oro e banco metalli per ottenere soldi nell’immediato, in modo efficace, legale e veloce, è stata considerata e lo è tutt’ora un’opzione validissima.

 

Prezzo dell’oro perché varia?

monete oroL’oro ha sempre rappresentato il simbolo della ricchezza: è un metallo raro e difficile da estrarre, che ha caratteristiche esclusive di incorruttibilità, duttilità e ha una grande varietà di possibili applicazioni.

L’oro ha un suo mercato che ne determina il valore monetario. La quotazione dell’oro ufficiale viene espressa in “dollari per oncia troy“, un’unità che più o meno corrisponde a trentuno grammi. L’importo viene stabilito dal mercato e varia di continuo: ma per motivi pratici relativi al commercio, la borsa di Londra fissa due volte al giorno un prezzo di riferimento. Il valore dell’oro valido in tutti i paesi del mondo e a cui tutti i mercati fanno riferimento, è il valore dell’oro puro, quello a 24 carati. La sua quotazione, come accennato, viene fissata a Londra con la procedura cosiddetta di “fixing” con cui la London Bullion Market Association dirama i valori di riferimento per le borse mondiali.

Così viene determinata la quotazione dell’oro puro: gli oggetti d’oro comuni, come gioielli, orologi, monete, ecc. hanno invece un valore che varia anche in funzione della percentuale d’oro e della natura dei metalli con cui l’oro si lega.

Il riferimento per la purezza dell’oro si chiama carato: l’oro puro, convenzionalmente, è a 24 carati. Man mano che aumenta la presenza di altri metalli il numero di carati diminuisce. Un gioiello è di solito a 18 carati, ossia solo 18 parti di esso sono d’oro. Di conseguenza il valore di un qualsiasi oggetto d’oro, dipende non solo dalla quotazione internazionale, ma anche dalla sua purezza.

Il prezzo dell’oro oggi quindi è in continua variazione: sono tanti i fattori concomitanti che ne determinano le oscillazioni. Poiché il prezzo dell’oro è in dollari, il suo valore influisce inversamente sul valore dell’oro: quando il dollaro aumenta il prezzo dell’oro scende, in quanto servono meno dollari per acquistare un’oncia d’oro.

Anche il fatto che l’oro rappresenta un bene rifugio influenza il prezzo dell’oro. In genere il prezzo aumenta in periodi instabili politicamente o economicamente: gli investitori tendono ad abbandonare investimenti a rischio e si rifugiano nell’oro.

Anche se conosciamo i fattori che influenzano il valore dell’oro non sempre si può prevedere un andamento futuro. Tutti i mercati si autoalimentano: se un operatore importante inizia a comprare oro, in base a una notizia o a un indicatore, gli altri operatori spesso lo seguono e moltiplicano l’effetto. Ci possono quindi essere grosse variazioni quando succedono eventi minori, e non esserci reazioni in concomitanza invece di avvenimenti importati.

Negli ultimi due decenni c’è stata un’ascesa notevole del valore dell’oro, che è passato da 300 dollari/oncia nel 2000 a 1500 dollari nel 2011. La crisi economica, unita alla rivalutazione dell’oro, ha fatto in modo che persone in difficoltà vendessero gioielli inutilizzati: ciò ha contribuito al diffondersi di esercizi commerciali per la compravendita di preziosi, i famosi compro oro, che acquistano oro usato da privati o commercianti. La quotazione ha poi iniziato nuovamente a scendere fino al momento in cui le quotazioni, nell’agosto del 2014, hanno avuto il peggior crollo, grazie a massicce vendite. Da allora il valore dell’oro non è mai risalito ai valori precedenti, le variazioni non sono mai state eccessive e il mercato è in genere oggi è molto fluido.

Se si desidera ricavare del denaro dai propri oggetti d’oro che non si usano più e si vuole essere certi di avere la migliore quotazione dell’oro, uno dei sistemi più sicuri è recarsi presso uno dei negozi di compro oro, preferibilmente appartenenti a un marchio conosciuto come OroElite. Qui il personale esperto pesa l’oggetto davanti al cliente e valuta il prezzo in base alla quotazione giornaliera e alla purezza dell’oro, offrendo il corrispettivo di denaro in contanti.

Un altro metodo veloce e semplice è navigare nei siti web di rinomati brand dei compro oro: qui esiste il sistema del “blocco prezzo” che permette di controllare in tempo reale il valore dell’oggetto e bloccare la quotazione per un certo periodo di tempo.

Se invece si desidera investire acquistando oro ci si può rivolgere a uno dei banco metalli seri, dopo essersi accertati sempre della quotazione dell’oro puro. Un banco metalli affidabile vende lingotti che sono identificati univocamente attraverso un numero seriale e accompagnati da un certificato di garanzia proveniente dalla fonderia produttrice. Solo così si è sicuri di fare un buon affare e di avere un oro puro certificato da investimento.

Banco metalli: servizi per commercianti oro

fusione oroTra gli operatori più importanti del mercato dell’oro, vi sono sicuramente i banco metalli, che offrono importanti ed utili servizi ai commercianti del settore. Tra i loro clienti vi sono infatti sia i piccoli compro oro che i laboratori orafi, le oreficerie e le gioiellerie che possiamo vedere nelle nostre città.
Il tipo di servizi offerti a questa selezionata clientela è molto specifico e riguarda soprattutto la fusione dei metalli, oro e argento principalmente e il loro saggio, ovvero la verifica della loro composizione mediante uno specifico procedimento che tra poco vedremo nel dettaglio.

La fusione dei metalli preziosi è un procedimento molto complesso, che richiede non solo alte temperature, ma anche l’utilizzo di specifici macchinari e di sostanze pericolose per l’uomo, come l’acido solforico. Conosciuta ed utilizzata fino dai tempi più antichi, la procedura di fusione dell’oro oggi viene effettuata in modo moderno, efficace ed efficiente, attraverso appositi forni che sono in grado di raggiungere la temperatura di fusione di questo metallo (ben 1.064 gradi) in poco tempo e che garantiscono la salvaguardia del personale addetto. Come accennato, infatti, durante il procedimento che porta alla liquefazione del biondo metallo, si ricorre a bagni e lavaggi con sostanze potenzialmente dannose per l’uomo, allo scopo di eliminare le impurità presenti nella lega e favorire il processo di purificazione del metallo. Durante la fusione, infatti, le alte temperature romponi i legami degli elementi utilizzati nella lega e permettono di produrre una colata di oro pressoché puro, fatta ovviamente eccezione per quella minima parte di impurità che è comunque presente anche nell’oro 24 carati.
Una volta liquefatto, l’oro viene posto all’interno delle staffe, ovvero di appositi stampi dalla forma allungata e raffreddato, lucidato e punzonato, così che ne risultino lastre o lingotti di vario peso e dimensione che riportano, oltre all’indicazione della caratura, anche quella del banco metalli che ha provveduto alla forgiatura.
Oltre a lastre e lingotti, i prodotti della fusione sono i più diversi e si differenziano nella composizione in base all’uso cui sono destinati. Con l’oro puro si prepara, ad esempio, materiale destinato all’ambito medico o dentistico, mentre per la produzione di gioielli e monili, all’oro sono in genere aggiunti in lega altri metalli che ne aumentano la durezza e quindi la resistenza.

Si occupa invece di determinare la composizione e la purezza dell’oro, il saggio alla tocca. Non è certamente l’unico procedimento possibile (si può ricorrere infatti all’uso di raggi x, fluorescenza e altri sistemi), ma rappresenta la via più efficace e meno dispendiosa per ottenere in poco tempo un responso affidabile. Il termine “tocca” sta ad indicare la lega utilizzata come pietra di paragone, ma oggi viene esteso e utilizzato in riferimento all’intera procedura in esame.
Il saggio alla tocca consiste in una analisi chimica in grado di dare un responso immediato sulla qualità della lega d’oro esaminata. Nella sua forma più semplice, questa analisi richiede la creazione di una soluzione a partire dall’oro che deve essere esaminato (che quindi viene fuso in appositi forni) e l’uso di particolari reagenti. Su un foglio di carta da filtro o su una porcellana, vengono fatte cadere due gocce di soluzione aurea e il reagente; in base alla colorazione ottenuta (che dipende dagli ioni presenti nei metalli), è possibile determinare la composizione della lega. Come evidente, questo tipo di analisi comporta la distruzione di una piccola porzione del bene da esaminare, ma in genere si tratta di prelievi di materia davvero minuscoli, che non influiscono sulla resa estetica dell’oggetto.
Il procedimento di verifica viene oggi fatto con il saggio di coppellazione, considerato molto efficace, tanto che si afferma che esso è in grado di determinare la percentuale di oro presente in un oggetto con una precisione al decimo di millesimo. Lo strumenti principale di questa operazione è il cosiddetto forno di coppellazione, nel quale viene posto un campione del bene da analizzare (che deve avere una dimensione minima pari almeno a 0.25 grammi). Il forno, è in grado di raggiungere la ragguardevole temperatura di 1150 gradi e quindi portare a fusione il campione, separarlo da impurità e da altre componenti, come l’argento, spesso presenti nelle leghe più diffuse.

Il diamante: la pietra più dura

diamantiLe pietre preziose, ma soprattutto i diamanti, sono sicuramente oggetti che con il loro fascino, appassionano e incuriosiscono. L’offerta di perle, pietre preziose di colore differenti, è ampia e in ogni dove, e imparare a riconoscere la loro autenticità non è sempre facile. Capire se stiamo trattando un “pezzo di vetro” o una vera pietra preziosa, presuppone una conoscenza che può essere dettata dall’esperienza maturata nel settore, o da uno dei corsi di gemmologia presenti sul mercato. Diamanti, perle e affini hanno caratteristiche che occorre saper distinguere, come il grado di purezza, la qualità e ancora il taglio, che la partecipazione a un corso può insegnare, così da fornire la preparazione necessaria per dimostrare competenza.

Nello specifico, in cosa consistono i corsi di gemmologia? Sono percorsi formativi pensati per gli addetti ai lavori, operatori nel settore dell’oreficeria, che magari hanno iniziato la loro attività trattando solo argento e oro. Un esempio su tutti sono i proprietari e gestori dei compro oro, che grazie al costante rialzo del prezzo dell’oro, si sono moltiplicati, cavalcando l’onda di un mercato in continua crescita ed evoluzione. Questi imprenditori hanno aggiunto al proprio commercio, altri ambiti, tra i quali la compravendita di pietre preziose di diverso colore, diamanti e perle. Tutto questo ha ovviamente determinato la necessità di essere perfettamente informati sul prodotto da acquistare/vendere, così da essere un riferimento per la propria clientela, capaci di comunicare informazioni certe e non superficiali, sulle caratteristiche del prezioso oggetto di contrattazione.
I corsi di gemmologia non sono però esclusivamente mirati agli addetti alle vendite di gioiellerie o negozi compro oro, ma possono perfettamente calzare anche quella categoria di persone, che semplicemente per pura passione vuole avvicinarsi al luccicante e pregiato mondo delle pietre preziose.
I corsi hanno quindi lo scopo di comunicare informazioni sulle perle, i coralli, le pietre di colore e infine i diamanti. Attraverso l’apprendimento del glossario contenente gli specifici termini con i relativi significati, volge a far conoscere la composizione chimico-fisica delle pietre, la loro diffusione, da dove hanno origine, inoltre consente di conoscere importanti note commerciali quali il reperimento e la successiva distribuzione.
Si apprende ancora, come capire realmente l’autenticità di una pietra, il grado di purezza e ovviamente il suo valore e se corredata da un certificato di autenticità, anche come leggerlo, per comprenderne le note salienti.

Nello specifico, le indicazioni chiare e incontrovertibili per accertare le caratteristiche di una pietra preziosa, sono il colore, la trasparenza e il taglio. Una fondamentale per determinare valore e prezzo è il peso che è espresso in carati. La purezza di una pietra preziosa è data dall’assenza d’inclusioni profonde o segni superficiali, questi ultimi sono considerati a tutti gli effetti difetti, magari creati da una non corretta manipolazione della pietra. Per le inclusioni profonde, paradossalmente potrebbero essere considerate note di pregio, sempre a patto che non compromettano la durevolezza della pietra, con una conseguenza minore aspettativa di “vita”.
La moderna tecnologia ha in parte, ma fortunatamente non del tutto, sostituito l’uomo nell’accertare l’autenticità delle pietre preziose. Ad esempio l’uso di strumenti altamente precisi, che scansionano la pietra, come il microscopio verticale a fibre ottiche. Altri apparecchi precisi e sofisticati, sono in grado di stabilire perfettamente il colore, fattore quest’ultimo determinante nello stabilire il prezzo. Il taglio infine, sapiente e se adattato alle varie tipologie di gemme, è in grado di aumentarne il valore perché in capace di portare alla luce maggiore brillantezza e lucentezza, enfatizzando al massimo tutte le caratteristiche presenti.
Bastano tutte queste indicazioni a determinare l’effettivo valore di una pietra preziosa quale ad esempio un diamante? No, non basta. Molti altri fattori concorrono di diritto a sancire il valore del prezioso in questione. Tra questi, ad esempio, la rarità e la popolarità. Se la pietra è di difficile estrazione o reperimento o ancora la sua lavorazione più complicata rispetto ad altre pietre, il suo valore sarà accresciuto esponenzialmente.

Questo bagaglio d’informazioni è quindi doveroso e assolutamente necessario, per affrontare con serietà un settore che riserva da secoli grandi soddisfazioni sia a livello professionale che economico.
Un ambito commerciale che si evolve e che non conosce soste anche e soprattutto nei periodi di crisi economica, dove vede accresciuta la sua popolarità tra gli investitori piccoli o grandi che siano.

Come calcolare il prezzo dell’oro

oro usatoLa quotazione giornaliera gold e silver è il riferimento essenziale per ogni operatore del settore che deve effettuare transazioni di tipo commerciale.
In base all’andamento delle Borse internazionali e alla domanda/offerta del metallo prezioso, si stabilisce un valore intermedio e alla fine della seduta dell’LBMA (London Buillon Market Associaton) si raggiunge il “prezzo spot” del metallo puro.
Grazie ad indicatori specializzati come il Buillon Vault il “fixing ufficiale”, valido e uguale in tutto il mondo, viene diffuso on line in tempo reale.
Per stabilire il prezzo di qualsiasi oggetto prezioso bisogna fare riferimento alla “caratura” (espressa in millesimi) che, per l’oro lavorato, è 18K (più raramente 14 o 10K), mentre per l’argento è 925/1000 o 800/1000, in base alla quantità di metallo contenuto nella lega.
E’ evidente, quindi, che “oro usato” (750/1000) ed “oro fino” (999/1000), non sono la stessa cosa.
Di questa differenza bisogna tener conto quando si vuole calcolare il valore economico di collier, braccialetti, anelli, orologi e così via.
In caso di dismissione, chi preferisce la “valutazione fai-da-te”, con poche decine di euro può acquistare su internet alcuni kit che consentono di individuare il titolo esatto dell’oro e di effettuare una stima attendibile.
Successivamente, consultando le tabelle del gold price, basterà moltiplicare il prezzo al grammo per il peso reale degli oggetti.
Per evitare perdite di tempo e denaro, si possono chiedere “vautazioni gratuite” presso qualsiasi Compro Oro, anche on line, e poi detrarre la commissione che il negoziante trattiene per sé.
Quest’ultimo, a sua volta, a meno che non si tratti di oggetti rovinati o rotti da destinare alla fusione, ricolloca nel circuito i beni acquisiti rivendendoli a prezzi concorrenziali.
Un modo utile per far fruttare al meglio la vendita, è senz’altro quello di non accettare subito la prima proposta e soprattutto di “negoziare l’offerta al rialzo”.
Questo perché, nonostante la quotazione gold e silver sia la stessa in ogni Continente e Paese, il trattamento economico può cambiare (e anche di molto) da negozio a negozio.
Non deve sorprendere, quindi, se recandosi presso più punti vendita per cedere i propri gioielli, si riceveranno “offerte molto diverse”: non sottovalutate che l’oro point, indipendentemente dal guadagno in sé, ha l’esigenza di pagare vari costi legati all’attività (personale, stoccaggio della merce, locazione, utenze, advertising), estremamente variabili, ma comunque onerosi.
E’ ovvio che i moderni Banco Metalli on line non avendo una “sede fisica” e non dovendo sostenere tante spese, sono in grado di offrire tariffe più allettanti e più alte, anche del 20% in più, però l’oro può essere venduto solo al negozio fisico.
Ma facciamo un esempio pratico.
Poniamo il caso che avete deciso di vendere i vostri oggetti preziosi e che siano stati valutati circa 1000 euro.
Vi potrà capitare che un Compro Oro applicherà una commissione del 6% e dai 1000 euro scalerà solo 60 euro, mentre un altro gioielliere vi addebiterà il 25% della somma, pari a 250 euro: una bella differenza!
Negli ultimi tempi causa il rallentamento e, nei casi peggiori, la paralisi della nostra economia, molti italiani hanno trovato un impiego sicuro e remunerativo proprio nel comparto orafo.
Come molti sanno, nel ranking mondiale dei paesi produttori di gioielli l’Italia è al terzo posto (dopo India ed USA) soprattutto grazie all’originalità e all’eccellenza delle sue creazioni, molto richieste all’estero.
Ecco perché molti operatori professionali e giovani imprenditori alla ricerca di prima occupazione, oggi si orientano sempre più verso il franchising non solo come nuova opportunità di impiego, ma soprattutto come “modello di business” dinamico e vincente.
Regolamentato dalla legge 129/2004 nota come “Norma per la disciplina dell’affiliazione commerciale”, il franchising è la soluzione ideale per chi vuole investire poco con ottime prospettive di guadagno.
Aprire un negozio “Compro Oro in franchising”, infatti, comporta rischi bassissimi (la merce invenduta viene puntualmente ritirata evitando la perdita di ingenti capitali) ed è molto redditizio.
Da un lato si possono ottimizzare al massimo le risorse abbattendo i costi di inizio attività, dall’altro si può contare sul supporto di una realtà imprenditoriale già consolidata, in grado di fornire l’assistenza necessaria e il know how del Gruppo.
Una scelta intelligente, quindi, che si avvale dell’impriting dell’azienda a cui si aderisce e di strategie di marketing mirate e condivise con gli altri punti vendita, ma soprattutto che offre il vantaggio di partire con clienti fidelizzati che, diversamente da un negozio anonimo, già conoscono ed apprezzano il brand.

Il rispetto della normativa dei compro oro

oro da investimentoCome tutte le attività professionali, anche quella dei Compro oro è regolamentata da precise disposizioni di legge contenute nella normativa di riferimento.
Nella fattispecie, i commercianti devono ottemperare agli obblighi previsti dalla legge 7/2000 nota come “Nuova disciplina del mercato dell’Oro” (pubblicata il 21 gennaio dello stesso anno sulla Gazzetta Ufficiale) che riprende i principi già espressi nella Direttiva 98/80 dell’UE sul commercio dell’oro.
Alla vigente legge, inoltre, si integra un documento redatto dalla Banca d’Italia denominato “Chiarimenti in materia d’oro” del 20 gennaio 2001 che fornisce ulteriori precisazioni sulle negoziazioni tra privati e Compro Oro e sulla corretta destinazione d’uso dei beni ceduti.
Agli inizi del nuovo millennio, la funzione dei primi Compro Oro è stata importantissima: la mission era quella di incentivare i consumi delle famiglie che, complice la crisi economica, si erano progressivamente impoverite.
Per milioni di italiani, infatti, i Compro Oro hanno rappresentato la soluzione ideale per fronteggiare le difficoltà economiche, tanto da preferirli ai canali più tradizionali, come le società finanziarie o le banche che, a fronte di un prestito, praticavano condizioni troppo onerose.
Liquidità immediata, ottimi ricavi anche in caso di investimento a breve e medio termine, transazioni eseguite in totale sicurezza, sono soltanto alcune delle buone ragioni che hanno spinto pensionati, casalinghe, lavoratori, studenti universitari a tirar fuori oggetti preziosi dismessi e suppellettili di ogni genere per “fare cassa”, spesso senza distinguere un Compro Oro da un Banco Metalli.

A diversificare l’attività di queste due realtà imprenditoriali è, ancora una volta, la legge grazie alla quale è possibile fugare ogni dubbio e capire le diverse peculiarità e l’organigramma dell’una e dell’altra.
I Compro oro, ad esempio, sono muniti di licenza di vendita all’ingrosso rilasciata dall’Ufficio Permessi della Questura territorialmente competente e devono limitarsi alla “commercializzazione di oro usato” (acquisizione di gioielli da privati), rivenderlo al pubblico o altri operatori specializzati oppure, in caso di rottami, cederlo alle fonderie.
In effetti, l’attuale normativa sancisce che i Compro Oro non sono abilitati all’estrazione di oro puro nè possono ricollocarlo sotto forma di “oro da investimento” (placche, monete o lingotti).
Da un punto di vista fiscale, trattandosi di oro lavorato, nelle operazioni di compravendita il negoziante è tenuto ad applicare l’Iva.
In caso di vendita di oro usato o rottami destinati alla fusione, invece, il Compro Oro non deve applicare alcuna imposta sul valore aggiunto.
Per evitare possibili tentativi di eludere l’IVA, in un apposito registro il negoziante è obbligato ad identificare il venditore e a riportare la descrizione dei preziosi, specificando se si tratta di oro usato o da alienare, con tanto di foto allegata.
In questo modo non è possibile alterare, in alcun modo, lo stato originario degli oggetti e i dati registrati restano a disposizione delle Forze dell’Ordine e dell’UIC (oggi Banca d’Italia) per eventuali verifiche sulla “tracciabilità” o indagini mirate in materia di “antiriciclaggio”.
In qualità di soggetto giuridico, il titolare di un negozio Compro Oro è consapevole di rispondere, sia amministrativamente che penalmente, in caso di violazioni a suo carico.

I Banco Metalli, invece, sono riconosciuti direttamente dalla Banca Centrale ed iscritti all’Albo speciale degli “Operatori professionali in Oro“.
Per legge devono costituire una società di capitale e tutti i soggetti che ne fanno parte devono essere in possesso di determinati requisiti morali (nessuna condanna o carichi pendenti).
Solo a queste condizioni possono svolgere l’attività che si estende anche all’estrazione di oro fino e alla rivendita di oro riciclato sotto forma di oro da investimento.
Tutto questo determina molti vantaggi anche da un punto di vista ambientale.
Bisogna considerare, infatti, che la dissoluzione dell’oro dai minerali rocciosi o dagli altri metalli con cui è legato – ma anche il suo recupero da sim card, leghe dentali o componenti elettronici – avviene mediante processi invasivi che prevedono l’utilizzo di cianuro, gas e reagenti chimici. Il Banco Metalli, invece, attraverso il “riciclo dell’oro“, contribuisce a ridurre le emissioni di sostanze tossiche, nocive per l’uomo e l’habitat.

Per questo è di fondamentale importanza rivolgersi a professionisti del settore rispettosi della legge e competenti come “OroElite“: un’azienda seria che, oltre ad offrire servizi di qualità e le migliori quotazioni del mercato, mette a disposizione del cliente l’esperienza maturata in anni e anni di lavoro svolto con zelo e con passione, e sempre più a favore di politiche eco-sostenibili.