Banco metalli: servizi per commercianti oro

fusione oroTra gli operatori più importanti del mercato dell’oro, vi sono sicuramente i banco metalli, che offrono importanti ed utili servizi ai commercianti del settore. Tra i loro clienti vi sono infatti sia i piccoli compro oro che i laboratori orafi, le oreficerie e le gioiellerie che possiamo vedere nelle nostre città.
Il tipo di servizi offerti a questa selezionata clientela è molto specifico e riguarda soprattutto la fusione dei metalli, oro e argento principalmente e il loro saggio, ovvero la verifica della loro composizione mediante uno specifico procedimento che tra poco vedremo nel dettaglio.

La fusione dei metalli preziosi è un procedimento molto complesso, che richiede non solo alte temperature, ma anche l’utilizzo di specifici macchinari e di sostanze pericolose per l’uomo, come l’acido solforico. Conosciuta ed utilizzata fino dai tempi più antichi, la procedura di fusione dell’oro oggi viene effettuata in modo moderno, efficace ed efficiente, attraverso appositi forni che sono in grado di raggiungere la temperatura di fusione di questo metallo (ben 1.064 gradi) in poco tempo e che garantiscono la salvaguardia del personale addetto. Come accennato, infatti, durante il procedimento che porta alla liquefazione del biondo metallo, si ricorre a bagni e lavaggi con sostanze potenzialmente dannose per l’uomo, allo scopo di eliminare le impurità presenti nella lega e favorire il processo di purificazione del metallo. Durante la fusione, infatti, le alte temperature romponi i legami degli elementi utilizzati nella lega e permettono di produrre una colata di oro pressoché puro, fatta ovviamente eccezione per quella minima parte di impurità che è comunque presente anche nell’oro 24 carati.
Una volta liquefatto, l’oro viene posto all’interno delle staffe, ovvero di appositi stampi dalla forma allungata e raffreddato, lucidato e punzonato, così che ne risultino lastre o lingotti di vario peso e dimensione che riportano, oltre all’indicazione della caratura, anche quella del banco metalli che ha provveduto alla forgiatura.
Oltre a lastre e lingotti, i prodotti della fusione sono i più diversi e si differenziano nella composizione in base all’uso cui sono destinati. Con l’oro puro si prepara, ad esempio, materiale destinato all’ambito medico o dentistico, mentre per la produzione di gioielli e monili, all’oro sono in genere aggiunti in lega altri metalli che ne aumentano la durezza e quindi la resistenza.

Si occupa invece di determinare la composizione e la purezza dell’oro, il saggio alla tocca. Non è certamente l’unico procedimento possibile (si può ricorrere infatti all’uso di raggi x, fluorescenza e altri sistemi), ma rappresenta la via più efficace e meno dispendiosa per ottenere in poco tempo un responso affidabile. Il termine “tocca” sta ad indicare la lega utilizzata come pietra di paragone, ma oggi viene esteso e utilizzato in riferimento all’intera procedura in esame.
Il saggio alla tocca consiste in una analisi chimica in grado di dare un responso immediato sulla qualità della lega d’oro esaminata. Nella sua forma più semplice, questa analisi richiede la creazione di una soluzione a partire dall’oro che deve essere esaminato (che quindi viene fuso in appositi forni) e l’uso di particolari reagenti. Su un foglio di carta da filtro o su una porcellana, vengono fatte cadere due gocce di soluzione aurea e il reagente; in base alla colorazione ottenuta (che dipende dagli ioni presenti nei metalli), è possibile determinare la composizione della lega. Come evidente, questo tipo di analisi comporta la distruzione di una piccola porzione del bene da esaminare, ma in genere si tratta di prelievi di materia davvero minuscoli, che non influiscono sulla resa estetica dell’oggetto.
Il procedimento di verifica viene oggi fatto con il saggio di coppellazione, considerato molto efficace, tanto che si afferma che esso è in grado di determinare la percentuale di oro presente in un oggetto con una precisione al decimo di millesimo. Lo strumenti principale di questa operazione è il cosiddetto forno di coppellazione, nel quale viene posto un campione del bene da analizzare (che deve avere una dimensione minima pari almeno a 0.25 grammi). Il forno, è in grado di raggiungere la ragguardevole temperatura di 1150 gradi e quindi portare a fusione il campione, separarlo da impurità e da altre componenti, come l’argento, spesso presenti nelle leghe più diffuse.